Con gli eventi del Fuorisalone Milano ha respirato l’internazionalismo.
Aprile dall’8 al 13, sono i giorni del Salone del Mobile, ma soprattutto del backstage: il Fuorisalone. Un insieme di eventi satellite che girano intorno alla Milano Design Week, dislocati in ogni dove. Non un unico luogo, ma “un non-luogo” dove si può toccare, ci si può fermare, ritornare, ma soprattutto incontrare designer e creare progetti. Da Via Tortona a Via Santa Marta, da Via Festa del Perdono a Via Ventura: da una parte all’altra della mia città ho camminato (ma avrei potuto anche prenderla più comoda e scegliere una bici di Sky Arte De.sign by Bike). Ho strabuzzato gli occhi, accigliato la fronte, ma anche corrugato piacevolmente le labbra.

Amo il fantastico mondo degli eventi milanesi. Di ogni tipo: dall’animazione in-store, agli eventi culturali. Mi sento a mio agio, perché è il posto in cui i creativi possono prendere spunto, e ringalluzzirsi un po’. Ciò che non ho amato quest’anno è stato il tipo di pubblico presente. Più Gourmand che Gourmet. È di Gianluca Biscalchin, giornalista, critico enogastronomico e illustratore, questa originale distinzione. E io l’ho riutilizzata, dandogli una nuova constestualizzazione. Nella prefazione del suo libro Prêt-à-gourmet, Biscalchin spiega che il Gourmet: “è colui che sa cogliere il particolare sapore della coscia sulla quale la pernice si è appoggiata nel sonno. Con il rischio però di troppo tecnicismo“. E il Gourmand: “è il ghiottone, che scollega le sinapsi quando arriva un arrosto fumante e addenta la coscia della suddetta pernice. Ma la beata ignoranza rischia di non rendere completo il suo godimento“.

Dopo un mese dall’ultimo giorno del Fuorisalone ho attivato il mio giudizio critico.

Certo, di eventi interessanti ce ne sono stati, non posso dire il contrario. Peugeot Design Lab, il laboratorio di Global Brand Design di PEUGEOT creato nel 2012, ha preso casa in Tortona 32 e lì ha presentato in anteprima mondiale il sofà ONYX, primo manifesto inedito di una collezione di arredamento. Una seduta scolpita, a dimostrazione della prestazione dei materiali Peugeot e della visione totale di una bellezza che incontra natura e ingegno creativo. Nello stesso spazio un pianoforte, estratto di eleganza e magia, costantemente suonato da pianisti italiani e francesi, che ha accompagnato giochi di luce danzanti. Non un’installazione, ma l’esibizione in musica delle performance tecniche di Peugeot. Contanima, Amazing Tuscan Experience, una nuova strada per interpretare, esprimere la sartorialità italiana nel tessile e nel food. Un’incubatrice di idee eccezionalmente originale. Re-Vive di Natuzzi che ha costruito un “luogo fuori luogo” proprio al centro di Via Tortona. L’headline, “Love doing nothing in Milano”. Il concept: il dolce far niente. Uno spazio total white, un’isola in plexiglass con all’interno 4 poltrone reclinabili Re-vive Natuzzi e 4 massaggiatrici, in cui il brand ci ha regalato un momento confortevole, uno stop dal mondo “Fuorisalonesco”. Ventura Lambrate che come ogni anno, anche in questo aprile, mi ha regalato chicche di design upstanding e fortemente “hipsta”.

Un Fuorisalone dove gli altri eventi cui ho assistito, a parte gli esempi di cui sopra, vere perle di cultura del design (e qualche altro caso non citato), non mi hanno permesso di prendere spunto, non mi hanno preso per mano e fatto camminare sullo stesso piano del brand, non mi hanno fatto dialogare da vicino né tantomeno mi hanno fatto vedere qualcosa di straordinariamente originale rispetto all’anno precedente. Il Fuorisalone purtroppo non viene vissuto come un momento “culturale”, ma un appuntamento della “Milano da bere”: un modo diverso di vivere il weekend. Per questo il pubblico diviene, a mio parere, Gourmand.

Io, noi, tutti, siamo oggi Consum-Attori e Consum-Autori, non più solo consumatori. Possibile che non sia ancora così diffusa questa “epidemia” per gli espositori?

Ora, mi chiedo: un evento di tale portata qual è il Fuorisalone, cosa dev’essere per parlare ai Consum-Attori? Non è più importante attivare prima il cuore del cervello e smetterla di pensare che quelli là fuori siano solo consumatori? Deve soddisfare sia il mangiatore compulsivo che il fine conoscitore per colpirne almeno uno, oppure deve essere mirato solo ad un pubblico? Funziona la strategia evento pianeta (Salone del Mobile) ed eventi satellite intorno ad esso (Fuorisalone)?

Canali del progetto

Tag

Case History Correlate