Facebook è un autentico colosso della pubblicità. I ricavi provenienti dagli ad hanno raggiunto i 17 miliardi di dollari nel 2015 e nel primo trimestre di quest’anno è già stata toccata la quota di 5 miliardi. È quindi del tutto naturale che il gigante di Menlo Park si concentri sempre più sull’advertising ampliando di continuo il proprio ventaglio di proposte. Se Slideshow (concepito per i mercati emergenti) e Canvas (dedicato unicamente al mobile) puntavano a sfruttare a pieno il bacino interno al social network, l’ultimissima novità conferma che adesso l’impero di Facebook avanza inesorabile anche verso i non iscritti.

Finora Facebook mostrava le inserzioni pubblicitarie agli iscritti che visitavano app e siti esterni ma appartenenti all’Audience Network (la piattaforma pubblicitaria per mobile lanciata un anno e mezzo per “ospitare” l’advertising di Facebook basandosi sui dati raccolti all’interno del social network). L’ultimo annuncio spiega però che d’ora in poi gli ad saranno mostrati anche a chi non ha un account Facebook. Il pubblico viene potenzialmente raddoppiato, passando da 1,65 miliardi di utenti mensili ai 3,17 miliardi di persone che hanno utilizzato Internet nel 2015 (dati dell’International Telecommunication Union).

Lo sviluppo del people-based marketing di Facebook si evolve sempre più nel tentativo di profilare l’utente tramite l’impiego di nuovi strumenti di targeting come il pulsante “Mi piace”, cookie, plugin e altri dati. “Our buttons and plugins – spiega il VP Engeneering di Facebook Andrew Bosworth – send over basic information about users’ browsing sessions. For non-Facebook members, previously we didn’t use it. Now we’ll use it to better understand how to target those people”. Gli inserzionisti potranno contare su una copertura più estesa e una targetizzazione più accurata. Sull’altro fronte, gli iscritti hanno la possibilità di controllare le inserzioni visualizzate mediante le impostazioni, modificando o disattivando la pubblicità basata sugli interessi.

Un articolo del Washington Post (supportato da un altro post di The Drum) spiega che con questa mossa Facebook sta cercando di trasformarsi da social network in una vera online advertising company, entrando direttamente in competizione con Google e con il centinaio di aziende dedicate ai servizi di advertising. Non sappiamo ancora se all’inizio i dati a disposizione degli inserzionisti saranno accurati come quelli raccolti all’interno dell’universo di Facebook; senz’altro andranno pian piano a costruire una nuova user base profondamente segmentata. Quest’ultima iniziativa inciderà sicuramente sull’intero mercato pubblicitario, ma in alcuni paesi europei potrebbe anche creare a Facebook alcuni problemi relativi alla privacy degli utenti. 

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