Musica e fotografia, vanno d’accordo? Se ci dovessimo basare sulla classifica stilata da Social Blade diremmo che sì, la gente ama i propri beniamini anche su Instagram. Tra i 10 profili più seguiti troviamo infatti star come Selena Gomez (più di 100 milioni di follower!), Taylor Swift e Beyoncé.

E le case discografiche invece come sono messe? Ho fatto una piccola ricerca per analizzare i loro profili Instagram e vedere come interagiscono con il proprio pubblico, creando engagement e consolidando la brand awareness.
La scelta è ricaduta sulle tre grandi major e su due etichette di nicchia. Un confronto necessario in un’epoca dove anche le case discografiche “minori” possono dire la loro e farsi conoscere più facilmente attraverso i social network.

Sono partito dalla pagina internazionale di Universal (poco più di 7.000 follower). I post sono di tipo promozionale, intervallati da ricorrenze (compleanni, anniversari dell’uscita di dischi storici), minivideo e foto di concerti. Frequente anche l’uso dei regram. Un profilo gradevole, ma non particolarmente originale.

25 years ago Nirvana’s Nevermind was released and forever altered the rock landscape. #Nevermind25

Una foto pubblicata da UMG (@universalmusicgroup) in data:


Passiamo a Sony. Questo profilo (poco più di 40.000 follower) ha una caratteristica fondamentale: pubblica con una grande frequenza puzzle di immagini (spesso composti da tre foto).

sony-music-instagram
Fonte: profilo Instagram @sonymusic

Una scelta singolare ma azzeccata, fresca e di grande impatto. Una comunicazione così diretta, permette di dare maggiore visibilità ai contenuti.

Warner Music invece punta molto sul concetto di live e lo fa con le foto dei concerti, dei cantanti e dei fan. Anche qui l’uso di video e regram non manca.

@anitta gave a stunning performance at last night’s Olympic Games Opening Ceremony #olympics2016 #letthegamesbegin

Una foto pubblicata da Warner Music (@warnermusic) in data:

E dopo aver incontrato le major principali del panorama musicale mondiale, vediamo come se la cavano due “alternative” come Rough Trade Records e SubPop. Partiamo dall’etichetta britannica (circa 9.000 follower), che  fa un uso di Instagram simile a quello che potrebbe fare un fanatico di musica indie. Foto di dischi in vinile, locandine di concerti, regram dei post delle band. Una scelta che punta ad avvicinarsi molto agli “indie addicted” ed allontanarsi dal pubblico mainstream.

La Sub Pop (103.000 follower), storica etichetta discografica di Seattle, punta come Rough Trade a stabilire punti di contatto con i fan “alternative” pubblicando dischi in vinile di prossima uscita, minivideo e foto dei concerti. Una modalità che sicuramente rende SubPop più vicina ai suoi seguaci.

Instagram si conferma allora un mezzo vincente anche per la musica. E allora lunga vita al rock’n’roll, lunga vita a Instagram!

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