C’era una volta Brand, viveva in un quartiere molto piccolo di una grande città. Brand aveva un cuore enorme, un carattere forte e un fisico da fare invidia ai migliori atleti del mondo. Brand aveva però un problema di socialità. Non riusciva a diventare come il suo amico, Customer Engagement. Non riusciva a trovarsi una donna per diventare un lovebrand, e a farsi degli amici per diventare un friendsbrand. Non veniva ascoltato, capito e tanto meno invitato a feste o eventi. Brand non riusciva a fare storytelling, a raccontare la sua storia.  Brand non riusciva a far arrivare la sua voce.

L’arte di raccontare il brand per predisporre gli utenti all’ascolto e al worth of mouth, in modo naturale e spontaneo, può avvenire soltanto se la storia raccontata è coinvolgente quanto una fiaba. In poche parole, se la storia è customer engagement. Nel copywriting il segreto: no al copywriter che crea e usa “il pubblicitese”, sì al copywriter che vive e usa il linguaggio di tutti i giorni, quello sanguigno, personale, confidenziale. Solo in questo modo il brand può interagire con la sfera emotiva del suo pubblico, e la narrazione può divenire contenuto, messaggio, plot, storytelling. La brand reputation aumenta e il WOM accelera il suo ritmo e il suo buzz nel tempo.

Il brand diventa così esperienza quotidiana, e appellandosi alla sfera più intima e meno commerciale, si racconta.

Ma in che modo lo fa? Come fa a diventare customer engagement?

Il brand è un essere umano. Ha un cuore, un corpo, una personalità che si adatta alla situazione e al contesto d’uso. Per questo motivo ha bisogno di spazi differenti, multipli, in cui confrontarsi e farsi sentire. Ha bisogno di esprimere appieno il suo carisma, e per questo cerca piattaforme e luoghi multi-narrativi, multi-mediali, che arricchiscano la fantasia e l’immaginazione degli utenti, e nello stesso momento diano libero sfogo alla sua poliedricità.
Una pagina su Facebook di presentazione, un canale You Tube in cui la sua vita prende forma in modo visivo, un fumetto che illustra le sue scelte in termini di amicizia, un profilo su Pinterest che ci dice cosa acquista o cosa cucina, un sito web che impacchetta tutte le informazioni. Ogni media lavora per sviluppare la storia, e produrre un’immersione totale nel sangue del brand, portando così ad un’unica e irripetibile esperienza di intrattenimento. Si chiama cross-medialità, multi-narrazione, spreadability (cit. Henry Jenkins).

E così Brand iniziò a raccontare la sua vita come fosse una fiaba, trovò il modo giusto per farlo, quello proveniente dal cuore, coinvolgente e versatile, intimo, che toccò le emozioni di tutti i suoi interlocutori creando una relazione quotidiana continuativa. Diventò dunque Customer Engagement anche lui, affascinò i suoi amici, instaurò con loro una lunga relazione d’amore che, ancora oggi, fa sognare ad occhi aperti.

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