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Periscope e il giornalismo

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Grazie a internet, le notizie si diffondono molto velocemente da un angolo all’altro del globo e per le testate giornalistiche è diventato cruciale mantenere il passo. Per poter offrire servizi di informazione sempre più efficienti e coinvolgenti per il loro pubblico, i giornali sono attenti all’evoluzione della comunicazione e pronti a sperimentare.

A marzo è uscito Periscope, l’app Twitter che permette live streaming video da un qualsiasi smartphone iOS o Android. I video in streaming non sono certo una gran novità, la pirateria, gli hangout Google, YouTube ci hanno abituato a fruire quotidianamente di contenuti video in rete, ma Periscope gode di due vantaggi competitivi rispetto alle altre piattaforme: il primo è l’immediatezza, per poter essere on air basta aprire l’app e iniziare a filmare (niente di più facile); il secondo punto a favore è l’integrazione con Twitter. Questo è particolarmente importante per i giornali perché vivono di fatti che riguardano il presente e nessun canale può raccontarlo come Twitter che ha fatto del real time la sua forza.

Quando l’app iOS di Periscope fu lanciata, già nel suo primo giorno di vita fu utilizzata dai newyorkesi per testimoniare la diretta di un incendio scoppiato nell’East Village di New York. Periscope è così diventato un importante mezzo del citizen journalism: un giornalismo fatto di contribuiti e testimonianze degli utenti che da lettori diventano editori di notizie in grado di raggiungere un pubblico più vasto anche di alcune testate online.

Fonte: Periscope

Se Periscope può essere utilizzato da chiunque per il citizen journalism, può anche essere utilizzato magistralmente dalle testate per documentare day by day dei momenti o delle crisi importanti come quella dei rifugiati che sta colpendo l’Europa in queste settimane.

Ad esempio, Paul Ronzheimer, un reporter del quotidiano tedesco Bild, ha raccontato e documentato il viaggio in Germania dei rifugiati dell’isola greca di Kos con dei broadcast su Periscope: “È stato interessante vedere quanto interesse c’è stato nel racconto. Alcune volte i live viewer arrivavano a 5-6 mila e un video è stato rivisto 90.000 volte”.

Secondo Paul, Periscope gli ha permesso di utilizzare i commenti del pubblico per arricchire le sue interviste, poter filmare ogni volta che poteva stando al fianco dei rifugiati per tutto il viaggio: il giornalista ha potuto seguire anche le strade illegali percorse dai rifugiati e stare con loro durante situazioni molto delicate in cui non era permesso l’accesso alla troupe.

Nonostante fosse inizialmente preoccupato di ricevere commenti razzisti, il giornalista ha ricevuto migliaia di commenti, tweet e email di persone che lo ringraziavano per il suo lavoro grazie al quale è stato approfondito il problema dei rifugiati e la loro condizione.

Periscope è quindi la nuova frontiera del giornalismo moderno? 

Vi invito a visitare Periscope ora, aprite la vostra app! Non troverete reportage o notizie di rilievo. Periscope è ancora lontano da essere un tool di informazione pura, ma è sulla buona strada. Come molti social network, Periscope consiste di una grossa percentuale di broadcast di persone che filmano il proprio cane o la propria colazione, ed è esposto a diverse insidie tra cui la pornografia, la pirateria e la questione della privacy.

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