Se chiedete a un vostro amico, a un conoscente o al primo che passa per strada che cosa preferisce leggere tra un libro di carta e un ebook, la risposta sarà prevedibile con un margine di errore dello 0,1%: “meglio la carta”. I vostri interlocutori argomenteranno con tutta probabilità che non c’è paragone tra la sensazione che si prova sfogliando le pagine di un volume con quella di sfiorare un freddo touch screen, e che l’odore della carta, la bellezza estetica dei libri, la nostalgia delle fiabe illustrate raccontate dalla nonna non sono e non saranno mai sostituibili da un e-reader.

Eppure, un dubbio – da qualche parte – rimane. La domanda è: siamo proprio sicuri che, a fronte della crisi dell’economia (abbiamo sempre meno soldi da spendere) e della crisi dell’editoria (gli editori hanno sempre meno soldi da spendere) il digitale non possa offrire un’ancora di salvezza ai lettori e a chi i libri li pubblica? In teoria, un ebook dovrebbe costare meno del suo corrispettivo cartaceo. E la possibilità di un risparmio non dispiace mai a nessuno.

I dati, per adesso, rispondono in maniera ambigua. In Italia, la fetta di libri digitali ricopre circa l’8,3% di quanto viene stampato. Un dato molto più alto rispetto anche solo a due, tre anni fa. Ma comunque sostanzialmente molto basso. Come spiega bene Alessandro Gazoia su Internazionale, i quattro milioni di lettori forti che ci sono in Italia non sono passati al libro digitale: “alcuni leggono anche in digitale, la grande maggioranza continua a preferire il cartaceo (per riviste e giornali il discorso è parzialmente diverso). E gli altri 56 milioni di cittadini che hanno un rapporto meno frequente o perfino inesistente con i libri non sono stati conquistati alla lettura dalle meraviglie dell’ebook”.

Come incentivare dunque la diffusione dei libri digitali a favore di un’industria editoriale all’affanno, nutrendo anche la speranza di offrire a nuovi lettori una fonte di conoscenza meno dispendiosa della carta? Gli organizzatori della campagna #unlibroèunlibro – virale su Twitter da settimane – si pongono esattamente questo obiettivo. E lo fanno sostenendo una tesi molto semplice: la discriminazione dei libri digitali – affermano – si riflette sullo sviluppo culturale del nostro Paese: l’IVA di un libro di carta è il 4%, quella di un ebook è il 22%. Bisogna porre fine alla discriminazione tra libro ed ebook prevedendo lo stesso trattamento fiscale, in Italia e in Europa.

Immagine 2
Fonte: Twitter di “Un libro è un libro”

La battaglia è solo all’inizio. E non sarà semplice vincerla, nonostante l’impegno del governo italiano che – per voce del ministro Dario Franceschini – ha portato la mozione di fronte al Parlamento Europeo. A questo punto non resta altro da fare che aspettare di capire che cosa succederà. E magari, nel frattempo, leggersi un ebook anche solo ‘per vedere l’effetto che fa’.

Canali del progetto

Tag