Metti un #hashtag e non ti sbagli. Questo ormai è il trend. Dove metterlo? Non importa. Su una maglietta, un cartellone pubblicitario, nel titolo di un programma TV, in uno spot televisivo e in un Pin di Pinterest. Tu metti un hashtag, la gente capirà. E in effetti “la gente”, complici i media che usano e abusano dello strumento, comincia a prendere confidenza con la parola con il cancelletto davanti, e se fino a qualche mese fa nessuno sapeva a cosa servisse quel simbolo sulle tastiere di computer e telefonini, oggi è tutta un’altra storia. O quasi.

Da qualche giorno lo strumento è arrivato anche su Facebook e la cosa non poteva che ripercuotersi sul lavoro dei social media manager di tutto il mondo. Ma cosa cambia esattamente nel quotidiano degli operatori e nelle comunicazioni dei brand?

Aumenta la visibilità e la vita dei post che possono essere ricercati, ripescati, riletti e rivisti.

I brand possono monitorare conversazioni e trend e inserirsi nel flusso comunicativo proponendo contenuti ad hoc. Un’opportunità in più per allargare piani editoriali.
Gli hashtag possono poi essere utilizzati per catalogare contenuti di uno stesso tipo e creare rubriche, si può scatenare la creatività per cercare parole nuove ricche di significato per il brand e presidiare parole interessanti.
Per ricercare un hashtag e visualizzare quel che si dice intorno ad un determinato argomento è sufficiente utilizzare la stringa //www.facebook.com/hashtag/nomehashtag.
La ricerca fornisce anche hashtag correlati, in questo modo si ha una visione ancora più ampia delle conversazioni.

Ma non è finita qui. Facebook diventa, o potrebbe diventare, una piattaforma utile per la discussione di eventi live, programmi TV e avvenimenti sportivi aprendo nuovi sbocchi per la social TV anche se su Facebook manca la brevità dei messaggi che rendono Twitter uno strumento migliore per questo tipo di attività.

Insomma, mettete un #hashtag, anche su Facebook, e non vi sbaglierete. #sapevatelo.

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