C’è chi pensa che si rivelerà una bolla di sapone, chi pensa che resterà uno dei protagonisti del mondo dei social media. Parlo di Pinterest, il sito con la crescita più alta di sempre che, dopo una lunga fase di silenzio, è tornato alla ribalta rilasciando alcune importanti features. Ultima in ordine temporale è l’accesso agli analytics.

Fissare KPI, valutare concretamente il raggiungimento di obiettivi strategici e i vantaggi derivanti dall’utilizzo di Pinterest erano esigenze espresse da tempo dalle aziende: in mancanza di servizi specifici per i profili business, la piattaforma correva seriamente il rischio di essere esclusa dagli investimenti.

D’altro canto  non utilizzare Pinterest poteva essere un’occasione persa, non si può infatti sottovalutare la sua capacità di drenare traffico verso siti terzi e l’alto tasso di conversione all’acquisto. L’anima marcatamente commerciale emerge anche dal seguente sondaggio di Bizrate che riporta le diverse ragioni che spingono gli utenti ad utilizzare Facebook e Pinterest:

Reasons for using Pinterest Facebook

L’introduzione degli analytics è sicuramente un enorme passo in avanti per dimostrare alle aziende quali sono i vantaggi derivanti dall’investimento nella piattaforma, oltre all’importanza che ormai ricopre Pinterest in una buona strategia digitale. Insomma, finalmente trova risposta la domanda che circolava dal tempo sulla creatura di Silbermann e Sharp: «Bello Pinterest, ma a cosa serve?».

Sapere quanti sono gli utenti che inseriscono nei board immagini tratte dal proprio sito certificato, quanti escono da Pinterest per avere più informazioni su un prodotto pinnato (e magari acquistarlo), quali sono le immagini più repinnate, è un dato che può aiutare i brand (penso soprattutto al settore fashion) per tracciare i gusti degli utenti e la loro risposta rispetto, ad esempio, a nuove linee di prodotti.

Saranno quindi le aziende che concentrano il proprio business sul traffico al sito a trarre i maggiori benefici da questa novità, anche se continua a mancare un dato qualitativo sui follower, la possibilità di carpire i trend nel proprio settore di riferimento, una overview distinta per board. Per ora ci sono dati “autoreferenziali” e solo il monitoraggio quotidiano della piattaforma può restituire un’analisi di tipo qualitativo sulle attività e passioni degli utenti, un elemento fondamentale per comprendere come pinnare in modo da catturare l’attezione.

Facebook lo aveva capito da tempo, fornire un servizio di analytics interno è importante per stimolare la presenza delle aziende. Questa mossa riuscirà a mantenere Pinterest sulla cresta dell’onda?

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