Imparentato con il marketing esperienziale, l’immersive marketing prevede il coinvolgimento completo del consumatore, raggiungendolo presso disparati canali. L’approccio all’utente viene esteso, diffondendo contenuti prima, durante e dopo l’attività. L’immersive marketing mira ad offrire più di una singola esperienza da ricordare, quanto piuttosto a inserirsi nello stile di vita delle persone, trasformando il brand o il prodotto in un elemento di culto.
L’ambiente di immersione dei consumatori deve essere preparato con dovizia per sedurre, osservando e studiando gli interessi e i comportamenti del target di riferimento. La call-to-action diventa un elemento fondamentale per l’attivazione degli utenti, che vengono invitati a partecipare all’azione attraverso i canali di progetto.
Spotify lo conosciamo, è un software che oltre ad essere interessante per l’utente finale, offre diverse possibilità ai brand per inserirsi in un ambiente dove le persone fruiscono contenuti di intrattenimento. Il luogo ideale per parlare ai consumatori mentre ascoltano musica, per essere presenti con contenuti di rilievo che possono realmente suscitare l’interesse di qualcuno.
Quali strumenti offre Spotify ai brand per comunicare?
Al momento è possibile creare campagne in diversi formati, grafici o audio, ma queste soluzioni decisamente non sono immersive. Le playlist invece permettono di offrire agli utenti dei contenuti che già vogliono fruire attraverso il canale dove si trovano già, in questo caso per ascoltare musica. Una semplice lista di canzoni, che ruota attorno ad un concetto di partenza, può estendere la realtà del contenuto o del prodotto anche nello stile di vita dell’utente.
In che modo i brand stanno usando le playlist Spotify?
Il campo di applicazione più naturale è quello dei media brand, soprattutto se a tema musicale. Nel panorama radiofonico italiano possiamo citare come best in class Virgin Radio, che vanta 14.613 Follower. Sarà merito del genere musicale dell’emittente rock, che segmenta il pubblico e si presta a una fruizione di culto da parte di un certo target, ma non ha eguali nel panorama radiofonico italiano. Tuttavia esistono impieghi delle playlist più vicini al concetto di immersive marketing e più facilmente identificabili. Disney per esempio in occasione dell’uscita di Monsters University ha rilasciato una lista di canzoni per ognuno dei personaggi animati del film. Ogni utente di Spotify che seguirà la playlist riceverà dei suggerimenti su cosa ascoltare, ma direttamente da un personaggio animato della Disney come Mike o Sulley. Un altro esempio interessante arriva dagli Stati Uniti, grazie alla serie della NBC “Parks and Recreation“. Il protagonista per pochi secondi menziona una compilation chiamata “Benji’s Cool Times Summer Jamz Mix“, così i produttori hanno pensato bene di renderla disponibile su Spotify, per il piacere dei fan. Finiamo con un esempio da un campo completamente diverso, il fashion. Infatti anche Victoria’s Secret ha fatto una playlist con le canzoni usate durante le sfilate, intitolata “Rock The Runway“.
Di seguito c’è la playlist che ho ascoltato scrivendo l’articolo. Postate il link alla vostra!