Che cos’è il Design Thinking e come supporta la UX Design? Ogni sito o e-commerce che si rispetti può piacere o meno per estetica ma non può assolutamente prescindere dalla UX (User Experience), e non possiamo non prendere in considerazione questa variabile quando pensiamo a creare un sito web.
La UX Design non è di certo la formula magica che garantisce un incremento delle vendite online, ma, ad oggi, rappresenta un elemento imprescindibile per un e-commerce. Costruire una buona UX Design significa progettare un qualcosa che risponda alle esigenze dell’utente, rendendo la sua esperienza sul Web semplice, immediata e piacevole. Non si tratta quindi solo una questione grafica ed estetica, quanto di creare una struttura “architettonica” user friendly.

User, first

Il Design Thinking ci permette di capire a chi stiamo parlando: comprendere cosa questa persona voglia effettivamente sapere (o cosa ancora non sa di voler sapere!) ed essere in grado di formulare una risposta che sia, nei contenuti e nella forma, quella che – proprio quella, perbacco! – stava cercando.
Il Design Thinking non è altro che un approccio orientato al problem solving, a cui ricorriamo nell’UX design, utilizzabile in ogni ambito ove ci sia effettivamente una necessità di una persona che potrebbe essere interessata a quello che diciamo.

Le 5 fasi del Design Thinking

1) Empatizzare con il problema

Non a caso il primo step del Design Thinking è capire con chi vogliamo parlare e delineare quale sia il problema che vogliamo e possiamo risolvere per raggiungere l’obiettivo nostro finale.
Noi dobbiamo comprendere empaticamente il problema, ma attenzione: farlo non è una questione di intuizione, ma frutto di osservazione, fatta da consulenti esperti di comunicazione digitale, in grado di immergersi nell’ambiente fisico per ottenere la consapevolezza più profonda di quelle che sono le persone coinvolte, in quanto “Quello che pensiamo che i nostri clienti pensino, non è quello che pensano i clienti.”

2) Definire il problema

Compreso l’utente e raccolte tutte le informazioni nella prima fase, possiamo definire il problema. Attenzione, non stiamo parlando del nostro problema, stiamo parlando delle persone, che si spostano al centro di ogni nostro singolo pensiero. Questo ci aiuterà a non perdere mai di vista il percorso che dobbiamo intraprendere, che ha, come unica direzione, quella che passa dalla soddisfazione dell’utente e della sua esperienza sul web. I nostri bisogni saranno soddisfatti solo se la soluzione che troviamo risolve i problemi delle persone che, se non avessero il problema, soddisferebbero i nostri bisogni.

3) Idee, idee, idee

Se fatti bene i primi 2 step, abbiamo sicuramente già iniziato anche lo step n. 3: stiamo cioè già producendo, volenti o nolenti, le prime idee. Non ci sono regole per produrre idee, creative o funzionali, ma di certo ci sono numerosi strumenti per stimolare questo processo, alcuni molto noti quali Brainstorming o WPI (Worst Possible Idea) altri semplici, ma singolari, come ad esempio il Brainwriting.

4) Il prototipo

Ma che ci faccio con questa idea? Come capisco se è buona?
Si parte con una progettazione di una versione smart ed economica dell’idea/soluzione individuata come la migliore. Questo procedimento, da solo, può portarci indietro a definire meglio l’idea o crearne una nuova nel caso, già in fase produttiva, si capisse che non può funzionare.

Si pensi alla produzione degli step di un form per chiedere un preventivo o per iscriversi ad una newsletter personalizzata, si pensi alla produzione di un’app commerciale che ti permetta di visualizzare i tuoi acquisti e organizzare il reso: si può produrre un modellino in carta, o wireframe digitali semplici e immediati che ti permettono di comprendere subito quali potrebbero essere le criticità dell’utente nell’utilizzo.

5) Test

Prodotto il prototipo dell’idea più adatta a soddisfare i bisogni delle persone a cui voglio parlare, è il momento di scatenarsi con i test. Nessuno escluso (o quasi).

Si tratta di un processo fluido e rapido in cui arrivare velocemente al punto: stagisti e dirigenti, valutatori interni ed esterni, qualunque persona con le caratteristiche di coloro con cui vogliamo interagire è soggetto perfetto per questa fase e potrà verificare la bontà dell’impostazione del progetto, per poi procedere con più sicurezza alla produzione definitiva. L’unica persona che non deve testare il prototipo prodotto, è chi ha prodotto il prototipo.

Essendo la realizzazione in prototipo dell’idea non necessariamente del tutto corretta o del tutto da rifare, spesso da questo step si potrebbe dover tornare indietro: si può capire che l’idea non va bene e pescarne un’altra tra quelle buone, con cui provare una nuova prototipazione. Oppure può emergere che la definizione del problema è poco precisa e fuorviante nella creazione di idee / soluzioni. O ancora, possiamo comprendere ulteriori aspetti dell’utente finale non considerati precedentemente, nuovi bisogni che non erano emersi o problemi bloccati da risolvere prima di quello che sembrava il primo problema.

Design Thinking e la UX Design_1

Design Thinking e la UX Design fanno parte di un processo dunque non necessariamente sequenziale, iterativo e flessibile, basato sul continuo scambio tra designer e persone, al fine di comprendersi e soddisfare le proprie necessità nella navigazione.

Dopo questa analisi siamo certi che guarderete ogni sito in modo diverso. 😉
Diteci in base ai siti che frequentate di solito: quale secondo voi segue i canoni che vi abbiamo raccontato e quale invece avrebbe davvero bisogno di una bella revisione?

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