Facebook ha annunciato il lancio di Audience Optimization, un nuovo tool che permetterà alle pagine di targettizzare i propri post per interesse raggiungendo così un pubblico in target non solo rispetto alla pagina, ma in relazione al contenuto specifico. 

Perché Audience Optimization è così innovativo?

  • Perché è un tool organico. Niente più bisogno di sponsorizzazioni per targettizzare in base agli interessi, questo significa massimizzare i risultati di reach non solo per i contenuti di punta, ma per tutto ciò che viene pubblicato dalla pagina.
  • Perché combina le funzioni di targeting generico e specifico, in modo da essere sempre più rilevanti nei contenuti (Facebook ci ricorda la regola delle 5W tanto amata dai giornalisti).
  • Perché comprende anche dati di insight approfonditi sul singolo post (reach, click rate, like e share per ciascun tag).
  • Perché, a differenza dell’Interest Targeting attualmente presente sulle pagine, non esclude a priori le persone che non corrispondono agli interessi segnalati, ampliando di fatto la base di persone raggiunte anziché restringerla.

Per chi è importante?

Ovviamente per chiunque abbia contenuti eterogenei e un’audience ampia e diversificata. Le testate, dunque, ma in generale tutto ciò che rappresenta un contenitore (come ad esempio i canali di ecommerce).

Cosa dice chi l’ha già provato?

Il Bleacher Report ha osservato un “considerevole aumento dell’engagement” in tutte le sue componenti. Nello specifico ai tag più generali corrispondeva la più alta percentuale di visualizzazioni, mentre a quelli più specifici le azioni sul post (a conferma dell’ingaggio effettivo del target).

Il New York Times, che già dispone di una vasta audience, ha sperimentato come alcune notizie possano letteralmente decollare nonostante siano rilevanti soprattutto per community “di nicchia” di Facebook.

Soddisfatta da Audience Optimization anche MTV, che con la sperimentazione ha potuto osservare quali segmenti di pubblico sono più reattivi alle diverse tipologie di contenuto.

Il rischio è che questa nuova feature allarghi sempre di più la forbice tra gli interessi che si hanno e quelli che si potrebbero avere, diventando di fatto il regno del già fatto e già sentito a discapito della scoperta.

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