Si parla tanto di geolocalizzazione, servizi geo referenziati e utilizzo di queste tecnologie su mobile per modificare o creare nuovi modelli di business. Ma di cosa stiamo parlando? Mobile marketing. Geolocalizzazione. In poche parole, identificazione della posizione geografica di un oggetto o di una persona, tramite una coordinata geografica di un GPS integrato in uno smartphone o in un laptop. È la nuova frontiera del business, il mobile marketing, il rapporto tra social network e smarphone. Attraverso questi nuovi dispositivi è possibile utilizzare applicazioni (come ad esempio applicazioni Facebook) che consentono di accedere ai propri social network, aggiornare il proprio profilo con foto e video e, ultima novità, condividere con amici informazioni sul luogo (piazza, negozio, ristorante) nel quale ci si trova. Tutto rigorosamente in tempo reale. Sfruttando dunque la tecnologia GPS è possibile determinare la propria posizione, consultare i servizi disponibili nelle immediate vicinanze (trasporti, esercizi commerciali etc.), trovare informazioni, visualizzare immagini dal web come dai social network, seguire tweet in maniera fisica oltre che telematica, ritrovare il parcheggio della propria auto, giocare con un videogame utilizzando un’intera città come campo di gioco, e last but not least, taggare oggetti reali. Queste sono tutte informazioni sovrapposte alla realtà che rivoluzionano il concetto di geo e mobile marketing.

Fenomeni come Foursquare e lo stesso Facebook attraverso Places, hanno cavalcato il trend del mobile marketing con applicazioni che permettono agli utenti di segnalare le proprie posizioni in cambio di punti ed eventuali badge, sfruttando in questo modo la componente ludica, molto cara ai frequentatori della rete. S’innesca così una vera e propria sfida tra utenti, combattuta a colpi di “check-in” , in grado di amplificare enormemente il word of mouth online. Di certo Google non è stato lì fermo a guardare, ha (ri)lanciato Google+Local ricalcando quanto fatto da Places, e tentando di integrare, la semplicità nel reperire e condividere informazioni commerciali, con i vari prodotti Google, come Maps o la pagina standard del motore di ricerca.
In America la geolocalizzazione ha fatto gran passi avanti, offerte economiche speciali e buoni sconto per ogni “check-in”! Non si parla più di condividere la posizione geografica con il proprio network di amicizie, ma di accedere a promozioni su misura. Di conseguenza le aziende oggi sfruttano il buzz e creano operazioni di branding sul territorio, ingaggiando clienti reali, segmentando e profilando il  target di riferimento, rinforzando così la fedeltà con il marchio. Sono moltissimi i casi di successo negli Stati Uniti, da Starbucks fino a Mc Donald’s. Interessiamoci dell’ultima case history ad esempio. L’Associazione americana Planned Parenthood of the Great Nortwest, ha distribuito condom con QR-Code sulle confezioni che, una volta scansionati, permettono di geolocalizzare in modo anonimo il suo uso nel luogo del tête-à-tête. La Planned Parenthood of the Great Nortwest si è spinta anche oltre! Attraverso il servizio di geolocalizzazione è possibile, non solo dare le coordinate geografiche, ma anche altri dettagli come descrizione, sesso e età degli amanti. Questo progetto è stato realizzato per promuovere l’utilizzo del preservativo.

L’Italia non è rimasta con le braccia incrociate, ma aziende come Coin, Trenitalia, Gucci si sono organizzate, e anche altre piccole e medie imprese, si stanno oggi attivando soprattutto nel campo food, travel e general information. Un caso italiano di mobile marketing molto interessante è Qurami: //www.qurami.com/it/index.html

A questo punto ci chiediamo, sarà questo il futuro del mobile marketing?

In gran parte sì, a quanto pare. Basta pensare alla possibilità di utilizzare un’applicazione per influenzare i clienti a visitare specifiche location e/o punti vendita.
Si sta creando un nuovo business, un mix tra geolocalizzazione, gaming in real time e pagamento in mobilità per l’acquisto di gift e servizi. Entro il 2016 saranno un miliardo gli smartphone abilitati per queste applicazioni, contro i 150 milioni di unità attuali, con una previsione di fatturato a livello mondiale che passerà dagli 11 milioni di dollari attuali, ai 3,4 miliardi di dollari nel 2016.

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