Il sogno più desiderato dagli inserzionisti sembra essersi finalmente avverato: Facebook ha annunciato la rimozione delle restrizioni sugli ADS che includono più del 20% di testo nell’immagine principale.

Chi era infatti abituato ad utilizzare lo strumento di testo sovrapposto per verificare se il contenuto fosse conforme alle limitazioni, si sarà accorto che il tool non è più disponibile. Un errore? No, semplicemente uno strumento non più necessario e l’inizio di una nuova era.

La riformattazione continua delle immagini per allinearsi alle regolamentazione e i processi a volte erronei della piattaforma (che spesso richiedevano richieste di verifica), saranno presto un lontano ricordo. Siamo quindi di fronte a una buona notizia per Facebook ADS?

Perché Facebook aveva imposto un limite di testo?

Un feed pieno di contenuti a base di scritte all’interno delle immagini e privi di un senso estetico non sarebbe stato il massimo, non trovate? Soprattutto nei primi anni di vita di questi social.

Che gli utenti di Facebook e Instagram non amassero questo tipo di annunci era stato notato ben presto dalla piattaforma, l’obiettivo primario era quindi quello di massimizzare l’esperienza generale degli utenti.

IAKI - Facebook ADS 2

Tuttavia si è trattato di un processo graduale, partendo da inserzioni totalmente rifiutate fino ad arrivare a una lenta limitazione nella copertura. Più il testo era presente, più la probabilità di raggiungere persone diminuiva.

Ok, troppi testi non piacciono a nessuno, ma ciò penalizzava anche i loghi riconosciuti come tali o campagne di marketing che si fondavano totalmente sul copywriting.

Facebook ADS: cosa abbiamo imparato dalla regola del 20%

Se un limite non è più strettamente obbligatorio, non significa che non bisogna rispettarlo. Negli anni Facebook ha cercato quindi di “educarci” alla creazione di immagini che apparissero meno commerciali e più simili ai post ordinari pubblicati dagli utenti comuni, contenuti che hanno più probabilità di ricevere interazioni e clic.

Il consiglio della piattaforma per Facebook ADS rimane infatti sempre lo stesso: evita immagini con troppo testo. Abbiamo riscontrato che le immagini con meno del 20% di testo hanno prestazioni migliori.

Nei prossimi mesi saremo quindi bombardati da contenuti pieni di testo, oppure avremo davvero imparato la lezione da Facebook sul tipo di comunicazione più efficace?

Facebook ADS: testo sì, ma con moderazione!

Nel frattempo le piattaforme di Instagram e Facebook si sono evolute e, se inizialmente il testo era un elemento immediatamente associabile a un Ad, ora gli utenti possono realizzare facilmente contenuti che includono testi, bordi, emoji, rispetto alle semplici immagini di un tempo.

Le scritte non sono più dunque un elemento “anomalo” nel feed con valenza prettamente commerciale, ma ciò non significa che abbiano acquisito una maggiore attrattiva.

Parola d’ordine: testare e misurare

Come si dovrà agire di fronte a questo cambiamento di Facebook ADS? Le ricerche di mercato parlano chiaro su cosa preferiscono gli utenti. Tuttavia è vero anche che gli obiettivi e gli audience a cui si rivolgono i brand sono sempre differenti tra loro.

Toccherà dunque agli inserzionisti scoprire la quantità di testo apprezzata dalla propria audience, effettuando test su contenuti differenti e misurandone il coinvolgimento e i risultati.

Sembra dunque che Mark abbia deciso di darci più fiducia, lasciandoci una maggiore libertà di scelta. Ma ricordatevi sempre: da grandi poteri (su Facebook) derivano grandi responsabilità!

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